A Roma, quando siamo partiti, era una bellissima giornata ma una volta arrivati nei pressi di Caserta abbiamo temuto la catastrofe: soffiava una tramontana gelida e carica di nubi scure da cui, a folate, cadeva nevischio che si mischiava ad un sole in gara con le nuvole per chi doveva spuntarla sull’altro. Per fortuna questa gara tra sole e nuvole si è risolta a nostro favore, regalandoci una luce prticolare.
Dunque, erano molti anni che non tornavo alla Reggia, più o meno da quando le orribili costruzioni che ti assalgono appena usciti dall’autostrada non erano ancora comparse. Diciamo da quando, oltre la stazione ferroviaria, proprio di fronte alla Reggia non c’era quasi nulla e il magnifico edificio ancora non sembrava del tutto estraneo alla città.
Ci ha colpito molto questo contrasto, come se, abbiamo pensato, gran parte della popolazione casertana non avesse tratto o ereditato, da tanto splendore, alcuna lezione e se ne fosse andata per una strada che non aveva alle spalle né storia, né cultura. Forse la vicinanza di Napoli (pochi minuti di treno) non ha favorito alcuno sviluppo turistico legato direttamente al luogo.
Per fortuna Ginevra, io e Vincenzo abbiamo potuto – con nostro sommo sollievo – constatare che in questi anni tra Palazzo Reale e parco è stato fatto un gran lavoro di recupero, conservazione e valorizzazione anche se ancora tanto c’è da fare. Ma non posso non congratularmi con il Ministero – visto che lavoro per Roma Tre, Sezione Storia dell’Arte – per il lavoro svolto
Quella di Caserta è una delle tante regge dei Borbone di Napoli, forse la più bella, qualcuno dice anche più bella di Versailles alla quale il Vanvitelli si è ispirato.
Io, di Versailles ho visto soltanto l’esterno dei palazzi e parte del parco (per uno sciaguratissimo 1° maggio del 1991) e ho avuto la sensazione che per fare le cose in grande alla fine si sono persi nell’immensità della loro grandeur! Mentre a Caserta pur con dimensioni ragguardevoli, tutto sembra più raccolto e, soprattutto, più caldo, più mediterraneo.
Come il mio amico Vincenzo (www.mediaforme.net) ho deciso di dividere questo articolo in due parti cioè gli esterni (con il parco lungo oltre 3 chilometri) e gli interni del Palazzo Reale vero e proprio.